Osservo il caos che ho accumulato in questi giorni.
La stanza è ricolma di cianfrusaglie tecnologiche e strumenti di lavoro. Quasi tutti si sono rivelati inutili e inadatti allo scopo.
Mi guardo allo specchio e noto di avere un'aspetto orribile.
"Cosa stai facendo?" Chiedo alla mia immagine riflessa.
Tutto questo tempo a inseguire un idea e adesso mi balena in mente che, forse, sono sempre stato io l'illuso. Non il burattinaio, ma il burattino ben saldo ai fili. Sono il risultato di anni di manipolazione e condizionamento.
Ho sempre detto di non avere un padrone, ora capisco di averlo. Sono IO il mio padrone. Sono il mio carnefice, il burattinaio di me stesso.
Mi siedo sulla poltrona e appoggio i piedi sul tavolino, che puntualmente mi ricorda la sua pessima fattura traballando a causa si un piede zoppo.
Colto da un insano nervosismo mi alzo di scatto e ci infilo sotto quello stramaledetto telecomando.
Bene, non traballa più
Un ca##o di utilizzo, alla fine, lo hai avuto.
Fottiti Khamo.