la nascita del Flagello

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la nascita del Flagello

Messaggioda Randagio » mer apr 10, 2013 3:28 pm

Rosso.
Tutto rosso, nient’altro che rosso.
Rosso fuoco.
Rosso sangue.

Da una settimana ormai Quercia Grigia non sognava altro che rosso.
Una coltre rossa, uniforme, infinita lo avvolgeva tutte le volte che chiudeva gli occhi.
La nave dei fratelli Dwintu sfrecciava tra le stelle da giorni, diretta non si sa dove…a Quercia non interessava. Genoharadan? Una parola priva di significato. Era solo contento di essere insieme a Dreide: gli ultimi superstiti di una razza gentile, che la galassia aveva alla fine stroncato.

Tornava in continuazione con la memoria a quegli istanti su Mondo 1.
Rosso.
Quando gli impianti di rigenerazione che Vas gli aveva installato al posto di un lembo del polmone sinistro lo avevano riportato indietro per un pelo, lavorando fino a surriscaldarsi per rigenerare le carni dilaniate dall’esplosione, il primo respiro era stato rosso, come puro fuoco liquido.

Aveva visto i volti preoccupati e addolorati dei suoi nuovi compagni della Tredicesima; aveva visto i corpi dei suoi fratelli e delle sue sorelle adagiati li, davanti a quella maledetta stanza del bozzolo, su Mondo 1. Nel luogo che avrebbe dovuto permettere al Popolo di rifiorire, iniziando un nuovo ciclo, facendo rinascere una nuova Madre, tutto era finito in un’esplosione.
Aveva salutato Zanna Eterea, pronto a diventare un Asceso, si erano raccolti tutti insieme per un ultimo rituale, e poi più niente.
Tutto finito.
Solo macerie.
E corpi.
E Rosso.

Un furore cieco, Rosso, lo aveva travolto a quella vista.
Le urla che gli erano uscite dalla gola gli rimbombavano ancora nelle orecchie.
Urla di dolore puro.
Urla di odio, di rabbia, di vendetta.
Era corso via, fuori, urlando la sua disperazione all’intero universo.
Dreide l’aveva seguito piangendo, unica superstite – con lui – di quello che un tempo era stato un Popolo pacifico, semplice e fiorente.

Poteva ancora sentire, Quercia, un’eco lontana nella galassia. Come una manciata di fiammelle accese, tremule sotto il vento potente della storia, erano i superstiti del Popolo. Ormai ridotti a un pugno di creature in una galassia ostile, sparsi su pianeti lontani, troppo pochi per costituire una speranza.
Troppo pochi per non estinguersi.
Troppo sciocchi per non meritarlo.
Come pecore tra i lupi erano stati usati, stuprati, torturati, imprigionati, presi in giro, e infine si erano ormai estinti.
Nel lampo di un’ultima esplosione indifferente, il loro alito aveva ormai abbandonato la galassia.
Non c’era più speranza.
Non c’era più famiglia.
Non c’era più fede.
Ma allora cosa restava?
La risposta gli era arrivata sempre su Mondo 1, in quei terribili momenti dopo l’esplosione.
La rabbia e l’odio che gli avevano gonfiato il cuore avevano parlato per lui, attraverso lui, urlando con parole proibite la sua promessa all’intera galassia.
Un brivido gli percorreva ancora la schiena, mentre assaporava il significato e la potenza di quella promessa.
“Madre, io ti rinnego e ti uccido. Berrò il sangue della tua vita dal tuo stesso cranio, banchettando con le carni dei Celestiali, degli Ascesi e di tutti i loro discendenti , finchè l’ultimo dei loro cuori non sarà che carne morta tra le mie dita. Giuro che strapperò le loro anime in brandelli, e non mi fermerò finchè il loro potere non avrà abbandonato la galassia.
Giuro che troverò gli sterminatori della mia gente. Essi pagheranno 1 miliardo di volte caro il loro atto. Distruggerò le loro famiglie, la loro progenie, la loro storia, i loro mondi. E solo dopo prenderò le loro vite. E berrò il loro sangue dai crani sbiancati dal tempo. Di essi non resterà neanche la polvere, neanche il ricordo.
Robur, tu diverrai il mio potere. Ti piegherò alla mia volontà, usandoti per i miei scopi. Esplorerò le vie dell’eresia come nessun altro ha mai avuto il coraggio di fare in passato. Troverò il modo di corromperti talmente in profondità, da fare di te una schiava del mio volere.
Mai nessuno più morirà, se non per mio volere.
Percorrerò le Strade Proibite del Regno dei Morti, per riportare in vita tutti i membri del mio Popolo, e trasformarli in un esercito invincibile.
Essi saranno Legione.
Essi saranno Punizione.
Essi saranno il Flagello della Galassia”.

D’un tratto una voce amica lo richiamò al presente.
“Quercia, come ti senti?”
“Bene Dreide, sorella cara. Non stavo così bene da molto, molto tempo”…

Biografia segreta di Quercia Grigia, Solar Ray, Mese Quarto, anno 108 ABY
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Re: la nascita del Flagello

Messaggioda alkir » mer apr 10, 2013 10:00 pm

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