FINALE DI CAMPAGNA - Aghaton e i Magnifici Sette

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FINALE DI CAMPAGNA - Aghaton e i Magnifici Sette

Messaggioda alkir » sab mar 03, 2018 2:28 pm

I polmoni bruciano per lo sforzo. Sputo sangue.
Non va bene.
Apro lo scanner e questo non fa che confermare il fatto che i miei polmoni sono spugne insanguinate.
Mi gira la testa.
"Non ora!" mi dico e salgo di corsa la rampa di scale.
Li trovo li, tutti e sette ad attendere a braccia aperte l'inferno sulle loro teste.

La mia mente torna per un attimo a qualche ora prima.
"Lei è il generale di Stato Maggiore, Asahii! Non le permetteremo di sacrificare la sua vita in questo modo. La sua esperienza è fondamentale per.."
"Sono stronzate. Sono solo un vecchio mandalariano troppo codardo per seguire di nuovo il resolnare e troppo stanco di seguire le regole. Combatto da quando riesco a stare in piedi, quindi non prendetemi per il culo. Non volete che la più alta carica militare federale perisca in battaglia? Non c'è problema Venerabili, trasferisco i dati di comando a Fulgrim e vado volontario da soldato semplice. Col dovuto rispetto, ho una battaglia da vincere. Addio."
Sorrido, mi spiace non aver visto le loro facce mentre me ne andavo scagliando i gradi per terra.
Chiedo mentalmente perdono ad Aleca e a Loreleen. Avrei voluto salutarle come si deve. Ma forse loro avrebbero toccato i tasti giusti e mi avrebbero dissuaso. L'hanno sempre fatto da quando le ho conosciute.
Se la Federazione fosse fatta anche solo da un decimo di persone come loro, sarebbe il posto più bello e vicino ad un eden che la Galassia potrebbe offrire.
No, devo essere qui. Con che coraggio mi guarderei allo specchio domani?

Sputo sangue di nuovo, spiego che sono qui come soldato volontario esattamente come loro e mi rimetto agli ordini di Icari.
Non spiego che mi sono fatto strada come una furia, che ho subito colpi che avrebbero ucciso un rancor e che sono sopravvissuto solo per avere l'onore di stare al loro fianco per quei minuti.
Non dico loro che sono i soldati più cazzuti che abbia avuto il piacere di incontrare.
Vorrei dirgli che sono baluardi, colossi... simboli di tutto quello che c'è di valido in questa fristak di Galassia. Che se gli eroi avessero la meta del loro coraggio, questa guerra sarebbe già vinta.
Non sono bravo con le parole.
Riesco solo mugugnare di quanto sia onorato di stare al loro fianco.
Federazione, Impero e Repubblica in questa stanza non hanno significato, anche se ognuno di loro si fa forza con i propri ideali.
Ideali che ci hanno insegnato essere contrapposti, nemici mortali da disprezzare e annientare.
E allora ditemi Venerabili e Senatori! Raccontatemi Imperatori e Generali del perché questi giganti sono assieme come fratelli.
Spiegatemi come è possibile che questi uomini sanguinino, ridano e che muoiano assieme!
L'avevo già visto col Patto dei Tre.
Siamo meglio delle idee che assiduamente rincorriamo.
Siamo più di semplice ideali sulla carta, lo capisco davvero solo ora.
Per tanti anni ho pensato che la mia vita sarebbe dovuta fnire su Mondo1.
Ora invece capisco che è giusto che sia qui, al fianco del meglio che possiamo schierare contro il nemico. Non potrei desiderare compagni migliori.
Le ondate arrivano e una dopo l'altra le respingiamo. Per un attimo mi fermo a guardare i miei compagni
Roth e Alariel che combattono come un sol uomo, nell'aria i letali disegni delle loro lightsaber bianche. Sono bellissimi nella loro danza. Veri angeli di morte;
Kheldar, il giovane vecchio, combatte con sicurezza e fede nella sua Forza. Tenace e composto colpisce per uccidere il più rapidamente possibile.
Icari, che prima parla da solo e poi ritrova la sua pace. Spara, mira, ricarica e da ordini. Un vero leader. Mc Gregor sarebbe stato orgoglioso di lui;
Ga'le sa il fatto suo. Da quando lo conosco non ha mai ceduto un passo. Neppure ora lo fa mentre sanguina dal petto e viene medicato. Non li fanno più soldati così;
Aliik, il mandaloriano che avrei voluto essere. E' un colosso nell'arena, un gigante sul campo di battaglia. I nemici non possono che morire davanti a lui, non hanno scampo.
E poi quella scatoletta di Sette. Diamine, analizza il campo di battaglia e ricarica le nostre celle. E' qui con noi liberamente... questa droide ha più cuore di metà dei biologici che conosco.
Sono i magnifici sette.
Un colpo in petto mi riporta alla realtà. Ha spappolato entrambi i polmoni, già ridotti male.
E' la fine, lo so. Pochi secondi che diventano un'eternità.
La mia testa si ovatta e la mia percezione si fa complessa, ma non provo né dolore, né rimorsi.
Odo la voce metallica della droide annunciare che ce l'abbiamo fatta. La Flotta è saltata, la Star Forge è in caduta libera e le forze nemiche si disperdono alla ricerca di una salvezza che mai giungerà.
Qualcuno esulta, qualcuno piange per la commozione .
"E' stato un onore" tossisce qualcuno.
Si, lo è stato davvero, oltre ogni immaginazione e privilegio.
Sento la gravità schiacciarmi le ossa...
E' il peso della vittoria, che le nostre anime saranno fiere di portare per l'eternità.

Martiri della Resistenza.
Tanto tempo fa, in una Galassia lontana lontana...
Alkir
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